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Laura Cirio PDF Stampa E-mail
 
Laura CirioConfesso innanzi tutto di aver scelto e vissuto gli studi universitari di matematica per pura passione, senza curarmi troppo del mondo del lavoro fino all´ultimo esame e alla laurea, con indirizzo generale, conseguita nell´aprile del 1998 a Genova. A quel punto ho sentito che per me era venuto il momento di abbandonare il mondo universitario, e cercare di scoprire come utilizzare in pratica tutto ciò che avevo imparato.

Ho avuto quasi subito l´opportunità di avvicinarmi, tramite una borsa di studio di qualche mese, al dipartimento di ricerca di una grossa azienda genovese: anche se l´esperienza non ha aperto sbocchi successivi all´interno della ditta, è stata molto utile per darmi un primo “assaggio” del mondo del lavoro ed avvicinarmi alla programmazione informatica e alla matematica applicata. Non sono mai stata particolarmente attratta dal mondo dei computer, ma nel corso degli anni ho imparato ad utilizzare ed apprezzare l´informatica come strumento prezioso per tradurre in pratica e rendere più facilmente fruibili le buone idee.
Curricula, colloqui e al termine della borsa di studi sono entrata nell´azienda in cui lavoro ancora oggi. In competizione con la mia candidatura c´erano sicuramente figure di altro tipo, provenienti da diverse facoltà universitarie; per mia fortuna il progetto sul quale dovevo lavorare (un progetto di ricerca europeo sull´ottimizzazione del traffico ferroviario) dava la possibilità di dedicare un paio di mesi alla formazione del nuovo assunto, prima di entrare nel cuore del lavoro. Penso che questo fatto abbia permesso di scegliere una figura come la mia, con deboli basi informatiche ma una solida formazione mentale e una buona propensione all´apprendimento. Le prime settimane sono state quasi interamente dedicate allo studio, inizialmente indirizzato dal mio datore di lavoro, che mi ha fornito sussidi e un po´ di supporto, in seguito anche solitario. Ho imparato le basi della programmazione ad oggetti, del linguaggio e dell´ambiente di programmazione in cui avrei dovuto operare, e parallelamente ho acquisito un po´ di familiarità con la ricerca operativa e gli studi gestionali. I corsi veri e propri, sia di lingua che di programmazione, sono venuti solo alcuni anni più tardi, quando le dimensioni e la solidità dell´azienda lo hanno permesso…
L´azienda di cui parliamo, la Co.S.Mo.S. srl (Consulting, Simulation and Modeling Services), è una piccola società di consulenza informatica orientata al mondo della simulazione; si tratta di una realtà in crescita, un lavoro che trovo vario e ricco di stimoli. I progetti di cui ci occupiamo sono i più molteplici: dal traffico ferroviario alla grande industria, dai processi produttivi alla logistica, dal progetto di ricerca europeo all´applicazione su misura creata in stretto rapporto con il cliente. Il tutto è inquadrato in una realtà piccola, in cui si ha l´occasione di seguire da vicino ogni fase del progetto; le idee e la creatività sono importanti e le responsabilità così come le soddisfazioni si vivono in prima persona. Nel nostro lavoro il punto di partenza ed il cuore del prodotto è senz´altro un buon algoritmo, robusto ed ottimizzato; ma una volta messa a punto la parte teorica si entra nella fase di programmazione informatica, che è altrettanto preziosa per ottenere un software intuitivo, semplice da usare, veloce, affidabile e quindi apprezzato dall´utente. A parità di algoritmo anche la presentazione (interfaccia grafica, rapportistica) e la velocità giocano un ruolo importante, e tutto ciò si ottiene sfruttando al meglio le tecniche e le opportunità fornite dalla programmazione informatica.

Tra i vari progetti che ho seguito quello che mi ha dato più opportunità di crescita, e che si è trasformato nel giro di qualche anno nel prodotto di punta dell´azienda, è un software per la programmazione della produzione in una grande industria. Poco dopo il mio arrivo in azienda mi è stato chiesto di occuparmi di un progetto pilota, sovvenzionato in questo caso dalla regione, che doveva consistere nella realizzazione di un prototipo per supportare la programmazione delle linee di produzione in una vetreria. Ovviamente si trattava di un mondo completamente nuovo per me, ma nel giro di qualche mese, lavorando a stretto contatto con le persone che gestivano manualmente la programmazione, sono diventata esperta di vincoli produttivi, gestione dei magazzini, stagionalità dei prodotti e tipologie di soddisfacimento delle previsioni. Una volta compreso il problema ci siamo messi all´opera per costruire, praticamente da zero, uno strumento appropriato che fornisse non tanto la soluzione ottima (la cui esistenza non è neanche garantita, vista la complessità del problema), quanto dei buoni e affidabili suggerimenti che vengono poi affinati manualmente dall´utente. Questo tipo di approccio si è rivelato vincente, e il nostro prodotto è piaciuto in un ambito in cui aziende più grandi e strutturate avevano fallito. Così a piccoli passi il pilota si è trasformato in qualcosa di più solido, gli automatismi sono cresciuti, dalla programmazione quotidiana delle linee si è passati alla programmazione con orizzonte annuale, e quindi alla fase di budget e più in generale ad uno strumento di simulazione che permette in tempi rapidi di generare e confrontare tra loro scenari completamente diversi per andamenti di mercato, capacità produttive o strategie aziendali. Nel frattempo l´azienda italiana per cui stavamo lavorando è entrata a far parte di una multinazionale, e il nostro prodotto è stato proposto ed acquistato in tutta Europa (Germania, Francia, Spagna); recentemente è partito un grosso progetto di personalizzazione del software anche per gli Stati Uniti.
Questa è stata per me una grande opportunità di crescita: ho seguito, almeno inizialmente, la partenza del progetto nelle varie nazioni; questo significa organizzare e partecipare a numerose riunioni prima di presentazione, poi di discussione e definizione delle specifiche e delle personalizzazioni per i clienti esteri, preparare e tenere corsi di training sul prodotto, specializzarsi nel supporto, quindi nella comprensione e rapida risoluzione di ogni tipo di problema in risposta a chiamate telefoniche e/o e-mail.
Questa avventura è ancora in corso, chissà dove ci porterà… Il bilancio che posso fare finora è molto positivo. Per svolgere il mio lavoro naturalmente ho dovuto imparare tanto rispetto alle conoscenze che avevo da neo-laureata,  ma i miei studi universitari sono stati una solida base su cui e con cui continuare a costruire; ho sperimentato fortemente e di persona che la formazione e la metodologia di studio apprese negli anni universitari valgono molto più del contenuto dei singoli corsi di studio.
 
(Scritta nel 2007)