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Silvia Frasson PDF Stampa E-mail
Nell'ormai lontano 1989, dopo la Maturità Scientifica, mi iscrissi al Corso di Laurea in Matematica presso l'Università degli Studi di Padova.
Feci questa scelta, credo, sostanzialmente perché il far di conto che avevo appreso fino ad allora mi era piaciuto, ma non aveva appagato completamente la mia curiosità nei confronti della disciplina. Devo molto ai miei insegnanti del liceo: nello svolgimento del loro compito istituzionale, ovvero l'insegnare a far di conto, avevano saputo comunque trasmettermi l'idea che la Matematica non era soltanto un insieme di regole e formule da applicare, ma avevano saputo comunicarmi quanto il mondo della Matematica potesse essere creatività.
I corsi che ho poi frequentato all'Università sono stati per me la conferma di quelle che, fino al momento dell'iscrizione al corso di laurea, erano poco più che sensazioni.
Dopo un primo biennio di formazione matematica di base, optai per un piano di studi ad indirizzo applicativo, economico-statistico.
Non avevo le idee chiare circa la mia futura professione. In quel momento il mio unico interesse era quello di seguire dei corsi che ritenevo potessero contribuire a darmi una formazione, seppur di stampo applicativo, solida e sufficientemente generale.
L'incontro con la Finanza Matematica fu, per certi versi, casuale. Giunto per me il tempo di iniziare la mia tesi di laurea, adottai come criterio quello di basare la mia scelta più sul relatore che sull'argomento specifico. Ciò che mi premeva, ancora una volta, era la possibilità di lavorare in modo proficuo e di ampliare la mia conoscenza della Matematica.
Per riuscire a sviluppare la mia tesi, infatti, dovetti procurarmi tutta una serie di strumenti di cui non ero in possesso. Frequentai un corso di Teoria dei Processi Stocastici e delle Equazioni Differenziali Stocastiche. Studiai parte della Teoria alla base della Finanza Matematica ed ancora Teoria dei Controlli Stocastici e Programmazione Dinamica. È stato un lavoro appassionante!
Laureatami nel febbraio 1995, vinsi dopo alcuni mesi il concorso per accedere al Dottorato di Ricerca in Matematica Applicata. Lo frequentai per quasi un anno, dopodiché decisi di lasciarlo per affrontare un'esperienza lavorativa tradizionale presso una società di consulenza informatica che operava in ambito bancario. Pensavo che sarebbe stata una buona occasione per conciliare le personali esigenze di sostentamento con le mie aspirazioni professionali. Purtroppo, l’insignificante conoscenza che allora avevo degli ambienti lavorativi, non mi fece azzeccare la mossa e mi ritrovai ben presto a ricercare una nuova occupazione potenzialmente più soddisfacente.
Nel 1997 approdai al Risk Management della ormai fu Cariplo (oggi, dopo varie fusioni, Gruppo Intesa San Paolo). Si trattava di un servizio di nuova costituzione che necessitava, tra l'altro, di figure professionali con un background in Finanza Matematica come il mio.
Sono stata molto fortunata. In questi ultimi dieci anni oltre a riuscire a svolgere dei lavori (Risk Manager, Financial Engineer) in linea con il percorso di studi che avevo seguito, ho avuto la possibilità di approfondire ulteriormente sia le mie conoscenze di Finanza che di Analisi Numerica (metodi di ottimizzazione, derivazioni/integrazioni numeriche, simulazioni Monte Carlo), di Programmazione (VBA, C/C++, Java) e di Statistica.
Mi sono occupata come Financial Engineer di sviluppare ed implementare modelli matematici per la valutazione di prodotti finanziari derivati (opzioni), ovvero prodotti finanziari di cui non è disponibile direttamente una quotazione sul mercato. Come Risk Manager mi sono occupata e mi occupo tuttora di model testing, ossia di verificare che i modelli sviluppati dai Financial Engineer siano corretti sia da un punto di vista teorico che implementativo.
Credo, comunque, che le capacità distintive più importanti di cui il mio percorso formativo mi ha dotata siano la capacità di astrazione, ovvero la capacità di formalizzazione dei problemi, senza la quale anche molteplici conoscenze specifiche rimarrebbero sterili.
 
(Scritta nel 2007)