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Elisa Gorla PDF Stampa E-mail
Elisa GorlaQuando ho terminato il liceo, ero molto indecisa sulla scelta della facoltà universitaria. I miei interessi spaziavano dalla filosofia alla fisica, ma alla fine, ho deciso di iscrivermi al corso di laurea in matematica. La mia scelta era motivata dal fatto che mi piaceva la matematica che si studia al liceo, ma non avevo nessuna idea del tipo di matematica che si studia alla università... che si è poi rivelato essere molto diverso! In questo senso ho preso la mia decisione senza nessuna cognizione di causa e senza preoccuparmi del fatto che molte persone intorno a me esprimessero dubbi sul lavoro che avrei potuto svolgere una volta laureata. Io stessa non avevo nessuna idea di che tipo di mestiere potesse svolgere un laureato in matematica, eccetto, ovviamente, l'insegnamento, per cui però non nutrivo particolare interesse. La mia idea era che, se avessi intrapreso un corso di studi che mi piacesse, sarei stata poi qualificata per un tipo di lavoro che a sua volta mi sarebbe piaciuto. Da qui la mia decisione di iscrivermi a matematica, senza preoccuparmi troppo dei possibili sbocchi occupazionali, pensando che le idee mi si sarebbero chiarite strada facendo! Sin dall'inizio ho trovato lo studio della matematica appassionante e stimolante: mi piace la sfida di risolvere un problema, di capire quale sia la struttura che sta sotto a un insieme di oggetti, o la logica secondo la quale si svolgono certi fenomeni.
 
Dopo essermi laureata presso l'Università di Genova, ho ottenuto il dottorato di ricerca nel 2004 dalla University of Notre Dame, che si trova nel nord dell'Indiana (USA). Un grande incoraggiamento ad andare a studiare all'estero è venuto dalla relatrice della mia tesi di laurea, da cui ho avuto (e ho tuttora) un appoggio determinante per la mia formazione come matematica. La mia tesi di laurea è stata su argomenti di algebra commutativa, mentre la mia tesi di dottorato è stata su argomenti di geometria proiettiva. Gli anni del dottorato sono stati per me un'esperienza meravigliosa, sia dal punto di vista dello studio, che dal punto di vista personale. Dal relatore della mia tesi di dottorato ho imparato moltissimo, sotto tutti i punti di vista. Il suo sostegno ed il suo esempio sono stati fondamentali per la mia formazione. Quando andavo nel suo ufficio con una domanda o un problema che non sapevo come affrontare mi chiedeva sempre "What's the smallest example you can't do?" e poi si metteva con me alla lavagna e lo risolvevamo insieme. Il suo modo di insegnarmi la matematica era basato sul discutere e lavorare con me. È stato grazie al suo esempio che ho imparato che cosa voglia dire pensare come un matematico.
  
Vivere per cinque anni negli Stati Uniti mi ha arricchito moltissimo anche dal punto di vista personale e del carattere, come solo un' esperienza di vita all'estero può fare: ho avuto l'opportunità di essere completamente immersa in una cultura molto diversa da quella italiana e di stringere rapporti di amicizia con persone provenienti da tutte le parti del mondo. Inoltre, trasferirmi dall' Italia in un paese così lontano, di cui inizialmente non comprendevo la cultura e dove non conoscevo nessuno, mi ha insegnato ad essere indipendente e a contare sulle mie forze.
 
Durante gli studi di dottorato a Notre Dame, ho conosciuto un professore che lavora in Teoria dei codici e Crittografia, il quale, alla fine dei miei studi, mi ha offerto un lavoro a Zurigo all' interno del suo gruppo di crittografia. La crittografia è lo studio di tecniche matematiche che permettano per esempio di comunicare in modo confidenziale su un canale pubblico (come ad esempio su internet), di stabilire l' integrità di dati ricevuti, oppure di assicurarsi dell' identità di un interlocutore con cui stiamo comunicando a distanza.
 
Lavorare in un campo applicato è in parte differente dal lavorare in matematica pura: gli scopi che ci si prefiggono sono in generale diversi e il taglio è assai più pratico. La matematica applicata offre sfide stimolanti e ho avuto la possibilità di imparare molto da quando sono post-doc all' Università di Zurigo. Del lavoro in crittografia mi appassiona la possibilità di utilizzare conoscenze matematiche anche sofisticate per applicazioni concrete. Recentemente mi occupo di applicare strumenti che vengono dalla geometria algebrica alla crittografia asimmetrica. Non ho però abbandonato la linea di ricerca che avevo intrapreso durante il dottorato, quindi lavoro anche su problemi di teoria della liaison, che si trovano al confine tra l'algebra commutativa e la geometria algebrica. Talvolta non è facile lavorare allo stesso tempo in due rami della matematica tra loro così diversi, ma la mia esperienza è che ne valga la pena. Il lavoro del ricercatore in matematica è estremamente gratificante ed i risultati positivi compensano le inevitabili frustrazioni del lavoro dello "scienziato". Il lavoro in algebra e geometria è estremamente affascinante ed una sfida per la sua intrinseca difficoltà. Personalmente, mi aiuta a mantenere la mente aperta e a cercare sempre approcci e soluzioni non convenzionali. Il lavoro in crittografia è attraente perché mi offre la possibilità di collaborare con ricercatori di campi diversi e con competenze molto varie. Questo fa sì che io sia esposta a metodi di lavoro, idee e modi di pensare anche molto diversi tra loro, il che mi arricchisce di stimoli sempre nuovi.
 
Toro
Una curva ellittica
 
(Scritta nel 2007)