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Piera Bettini PDF Stampa E-mail
Piera Bettini Mi sono laureata a Padova in matematica, con tesi riguardante soluzioni deboli di equazioni differenziali alle derivate parziali. All'inizio del corso di laurea ero sicura che avrei intrapreso la carriera accademica. Durante l'attività di ricerca per la tesi, mi resi conto che avevo perso l'entusiasmo, la voglia di compiere quello sforzo intellettuale che l'affrontare problemi complessi comporta. Mi laureai nel 1998, quando il settore tecnologico era in forte espansione: era piuttosto facile trovare lavoro. Mentre stavo studiando per l'esame di ammissione al dottorato, fui avvicinata da una ditta che sviluppava software. Non essendo affatto convinta di quanto stavo facendo, accettai l'offerta; non avevo nessuna esperienza di programmazione, le mie uniche credenziali erano quelle di un brillante laureato. Questo impegno fu il primo di una serie di attività: durante il primo anno dopo la laurea cambiai tre posti di lavoro, tutti nel campo dell'informatica; lasciai Padova per Roma, sempre alla ricerca di un'attività stimolante. Non la trovai. Con gli anni mi resi conto che in fondo la matematica era quello che sapevo fare meglio; ma ero spaventata all'idea di rimettermi a studiare, di rinfrescare le nozioni un tempo solide, ma ora obnubilate dall'inattività. Mi trasferii in Svizzera per collaborare ad un progetto di ricerca software; per puro caso, un amico mi citò alcuni programmi di Master offerti da università nord americane e inglesi nel campo della matematica finanziaria. Avevo già preso in considerazione questo settore in passato, come un modo per utilizzare la mia capacità di capire la matematica per scopi pratici, ma non avevo trovato la maniera concreta di avvicinarmici. Cominciai a raccogliere informazioni sul web, a chiedere consiglio a persone che lavoravano nel settore; scoprii che molte di loro avevano avuto un'esperienza simile alla mia e che avevano trovato soddisfazione e gratificazione nella matematica finanziaria. Presentai domanda in numerose sedi americane e inglesi, fui ammessa ovunque e decisi di seguire il corso offerto dal Courant Instiute alla NY University, uno dei migliori del settore. Fu un anno e mezzo di lavoro duro: durante il mio corso di studi non mi ero avvicinata per nulla al calcolo delle probabilità e non mi ero occupata affatto del lato applicativo della matematica. In aggiunta a ciò, gli anni di lontananza dallo studio avevano annebbiato le mie conoscenze e mi avevano fatto perdere l'abitudine alla disciplina che la vita di studente richiede. Il programma che ho intrapreso a NYU mira a fornire le competenze che l'industria finanziaria richiede sempre più: conoscenza della matematica, comprensione dei fenomeni finanziari e dei modelli che li possono formalizzare, capacità di scrivere il codice per implementare questi ultimi. Lavoro ora come "quant" per una banca di investimento Americana, a New York; il mio gruppo dà supporto ai "trader" nel prezzare prodotti finanziari dipendenti da processi stocastici; nel mio caso, tassi di interesse. È una professione interessante; non comporta quello sforzo intellettuale e quell'astrazione che la ricerca impone, ma tuttavia offre problemi non banali e stimolanti. Richiede un costante aggiornamento, per ottenere il quale è necessario leggere pubblicazioni e articoli scientifici. D'altro canto, è un'attività concreta perché le problematiche da risolvere hanno applicazioni pratiche e tangibili. È, in generale, un buon connubio fra teoria e pratica.
 
(Scritta nel 2007)