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Daniele Gouthier PDF Stampa E-mail
Daliele Gouthier Se fossimo in Inghilterra o in America si direbbe che sono uno science writer, in Italia lo scrittore non è proprio un mestiere e lo scrittore di scienza, ancora meno. Ma in buona sostanza quello che faccio è scrivere. Prevalentemente, almeno.
Dopo anni in una prestigiosa istituzione scientifica, la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, la Sissa di Trieste, ho scelto di fare il libero professionista. E così adesso sono un matematico, libero professionista, che scrive di scienza.

Sono coinvolto in alcuni progetti di editoria scolastica. Vuol dire che contribuisco a dei libri di testo - per adesso delle scuole superiori - ideando, progettando e realizzando sezioni specifiche. I miei interessi vanno principalmente in due direzioni:
1.    Mettere in luce la matematica che c'è nei fenomeni, negli eventi, nelle situazioni che ci circondano, che ci troviamo a vivere, nelle quali c'imbattiamo tutti i giorni.
2.    Raccontare storie e pensieri di matematici, raccoglierne le parole attraverso le interviste, stimolarli a riflettere sul loro rapporto con la matematica e con la società che ci circonda.
Le parole di Einsten
Così, per i libri di testo propongo inserti, schede, pagine, sezioni che vanno lungo una di queste direzioni. A dire il vero ce n'è anche una terza che mi sta molto a cuore ma che sinora non sono riuscito a inserire in un progetto didattico: ed è la storia della matematica, delle sue idee, delle persone che l'hanno fatta.
Poi, lavoro in alcuni progetti di ricerca. Da un certo numero d'anni porto avanti un'attività di studio e indagine sull'immagine della scienza. Ritengo che sia importante capire quello che le persone pensano della scienza (non tanto quello che sanno, le conoscenze, che sono un altro discorso), che sentimenti hanno al proposito, che atteggiamenti, quanto si fidano e quanto la temono. Dal 2003, coordino, per la Sissa, l'Osservatorio su Bambini, Adolescenti e Scienza (Octs: la sigla è dall'inglese). E grazie a quest'attività, mi capita di essere coinvolto in progetti europei. In questo momento ne seguo due.
Il primo studia il ruolo che ha l'educazione scientifica nella formazione della cittadinanza europea: è un tema importante, perché nella costruzione dell'Unione Europea stiamo investendo molto sulla conoscenza e quella scientifica è fondamentale perché l'Europa abbia una cultura dinamica, cittadini preparati e consapevoli,  e la capacità d'innovare. 
Il secondo è su un problema della nostra società e di questi tempi: l'esistenza di un gap molto forte tra quanti maschi e quante femmine scelgono studi e poi professioni scientifiche. Non si tratta solo di una questione di equità e di pari opportunità - che pure sono entrambe importanti! - ma anche del fatto che l'Europa si sta privando da anni, e continuerà a farlo, di metà delle risorse intellettuali, quelle femminili che spesso negli alti studi si rivelano anche le migliori.
Tutti i numeri sono uguali a cinque Queste ricerche mi hanno portato a seguire un ulteriore filone d'indagine nel quale ho raggiunto qualche risultato: lo studio del rapporto tra scienza e linguaggio. Un mio saggio, scritto assieme a Elena Joli, s'intitola "Le parole di Einstein" (Dedalo, 2006).
E ancora: ho di recente lavorato alla progettazione di un museo della matematica, attorno alla figura di Pitagora, ideando le installazioni per il parco assieme a un architetto e definendo alcuni percorsi matematici all'interno del museo. Si spera che presto finiscano di costruire il palazzo, che sorgerà a Crotone!
Sono redattore e collaboratore di alcune testate scientifiche. In particolare, di una rivista di ricerca - Jcom, Journal of Science Communication, http://jcom.sissa.it/ – e di un portale di divulgazione e di diffusione della cultura scientifica - Ulisse, nella rete della scienza, http://ulisse.sissa.it/.
Da qualche tempo, poi, spendo una parte del mio tempo dedicandomi alla narrativa che ha a che fare con la scienza. Non è divulgazione né scrivo saggi, ma cerco -  assieme ad altri - di scrivere racconti nei quali la scienza sia presente, così come sono presenti le cose della vita, l'amore e la morte, la gioia e il dolore, gli amici e le contrarietà, le passioni e gli odii, il lavoro e la società. Tra questi capisaldi della nostra vita potrebbero mancare la scienza e la matematica? Secondo me, secondo noi, no. Un primo traguardo raggiunto sarà, a settembre 2007, la pubblicazione di una raccolta di nostri racconti: "Tutti i numeri sono uguali a cinque" (Springer, 2007). La riflessione su narrativa e scienza trova uno sbocco nel nostro blog http://www.tinsuac.it/
 
Prima di tutto ho studiato matematica
Mi sono laureato a Torino, nel luglio 1992, con una tesi di geometria differenziale su "Invarianti integrali e misura". Quell'anno a novembre, ho vinto un posto alla Sissa dove ho fatto un corso quadriennale di dottorato che ho finito nell'ottobre del 1996. Poi per due anni ho avuto una borsa di studio alla Scuola Normale di Pisa e per altri due all'Università di Parma e a quella del Piemonte Orientale. Nel frattempo, nel 1998 ho iniziato a occuparmi professionalmente di divulgazione della matematica e di comunicazione della scienza, capendo che questo era quello che volevo fare, molto più della ricerca pura in matematica, che a posteriori si è rivelata un'ottima formazione per tutto quello che faccio e uno stimolante modo di passare gli anni a cavallo tra la fine degli studi e l'inizio della vita lavorativa.
 
(Scritta nel 2007)